di Andrea Samueli
Se fossimo stati dei viaggiatori durante l'Impero, la cosa che maggiormente ci avrebbe stupiti, entrando in una grande città, sarebbe stata la mole degli edifici. In particolar modo i "condomini" potevano raggiungere altezze incredibili per quell'epoca: anche dieci piani, seppur nella maggior parte dei casi non superassero i 5-6 piani. Erano veri e propri grattacieli! Si trattava di grandi casermoni, circondati sui quattro lati dalla strada e, per questo, definiti insulae (isole), da cui il termine moderno "isolato".
A differenza di ciò che accade oggi, le abitazioni più prestigiose erano poste ai piani più bassi, mentre salendo si trovavano gli alloggi più poveri. I motivi di questa disposizione sono vari: in primo luogo, le abitazioni erano prive di servizi igienici e l'acqua doveva essere trasportata in casa salendo le rampe di scale (e più in alto si abitava e maggiore era la fatica da compiere); inoltre i materiali da costruzione passavano dal mattone per i piani inferiori al legno per quelli superiori, con ovvio aumento del pericolo in caso di crollo o incendio.
Il piano terra era invece occupato da botteghe, con annesse le abitazioni dei proprietari. E se avessimo voluto fare acquisti? Sarebbe stato sufficiente passeggiare lungo le strade della città, osservare le insegne o le merci esposte ed entrare. Negozi e botteghe avevano infatti, come accade ancora oggi, cartelli sui quali erano riprodotte le merci vendute: un negozio di vino poteva mostrare anfore dipinte o una macelleria la testa di un bovino.
casa di Diana - insula di Ostia - riproduzione insula - dipinto bottega romana
Immagini tratte da:
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